Stampa l'articolo
70 anni fa la deportazione degli operai genovesi antifascisti
Lunedì 16 giugno sono 70 anni dalla deportazione degli operai antifascisti. Il 16 giugno 1944 ci fu una delle più feroci repressioni nazifasciste delle lotte e degli scioperi: il rastrellamento e la deportazione nei lager di oltre 1.500 operai dalle fabbriche genovesi di Sampierdarena, Sestri Ponente e Pontedecimo.
Quello che accadde ce lo racconta Massimo Bisca, presidente ANPI provinciale: "L'antifascismo nelle fabbriche genovesi non ha mai smesso di esserci nemmeno durante il momento di alto tasso di accondiscendenza al regime, perché ci sono sempre stati piccoli nuclei. Poi dal novembre 1943 sono iniziati gli scioperi e le manifestazioni, con un legame stretto tra fabbrica e territorio.
Sono i tranvieri a iniziare gli scioperi, ma poi anche in altre fabbriche e nel dicembre del '43 vengono fucilati i primi due operai, erano della Valpolcevera, si chiamavano Livraghi e Maffei. La rete cospirativa continua, si arriva nel maggio '44 quando si scatena uno sciopero di venti mila persone alla sirena delle ore 10, questo spaventa tantissimo i tedeschi perché c'è la dimostrazione palpabile che la produzione bellica può essere bloccata, tutte le fabbriche genovesi erano impegnate in questo ambito.
I tedeschi decidono per la deportazione di massa che inizia il 10 giugno del '44 con 64 operai e tecnici dell'Ansaldo Meccanico di Sampierdarena e poi il 16 giugno vengono deportate1500 persone, tutti operai dell'ILVA (diventata poi negli anni '80 Italsider) della Piaggio Aero, di San Giorgio, e del cantiere navale Ansaldo di Sestri Ponente. Sono caricati sui carri bestiame, le donne del Campasso provano ad attraversare il Polcevera e a fermare il convoglio, ma sono malmenate, riescono soltanto a raccogliere i biglietti con gli indirizzi di questi operai. Poi il treno viene fermato da un prete di Ronco Scrivia, assieme ad alcune donne, riescono a passare qualcosa da mangiare e anche qualche lima e cacciavite, infatti qualcuno riesce a scappare.
Il treno arriva a Mathausen una parte degli operai vengono impiegati nella costruzione di pezzi di aerei da caccia. Oltre al racconto di quei giorni è da sottolineare anche il valore della difesa degli impianti: il fatto che non si riesca a depredare le fabbriche vuol dire che appena finita la guerra si può ripartire con la produzione. Questo modo di ragionare si è trascinato fino ai giorni nostri, io vedo un legame stretto con i fatti accaduti quest'anno alla Piaggio".
Tornando alla giornata di domani: l'organizzazione è a cura dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea (Ilsrec) e dalla Provincia con Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Aned e Associazione 16 giugno 1944.
Il programma prevede la deposizione di una corona d’alloro e la benedizione di monsignor Luigi Molinari, alle 11, alla pressa Siac di Campi in memoria dei deportati e proseguirà alle 15 con il convegno nella sala del Consiglio Provinciale a Palazzo Doria Spinola in largo Eros Lanfranco 1.
Dopo i saluti del commissario Piero Fossati (che ha avuto uno zio fra i deportati della Siac) e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni (Massimo Bisca presidente dell’Anpi provinciale, Ivano Bosco segretario generale della Camera del Lavoro Cgil di Genova, Antonio Graniero segretario generale Cisl Genova, Pierangelo Massa segretario generale CSP UIL Genova, Cristina Quaglia coordinatrice associazione Gruppo 16 giugno 1944, Gilberto Salmoni, presidente Aned provinciale) l’evento sarà aperto dalla presentazione di Giacomo Ronzitti, presidente dell’Ilsrec. Seguiranno le relazioni di Claudio Dellavalle dell’Università di Torino (‘il ruolo della classe operaia nella Resistenza’) e di Paolo Battifora dell’Ilsrec (‘la deportazione operaia genovese tra guerra totale e occupazione tedesca’). Prima dell’intervento conclusivo di Annamaria Furlan, segretario confederale Cisl, Paolo Cugurra leggerà una poesia tratta dalle sue memorie della Resistenza.
Stampa l'articolo